I pittori della Barbizon
I barbisonniers, come amavano essere chiamati, avevano trovano in questo luogo (non lontano dalla foresta di Fontainebleau) un posto in cui ricercare «l’ autenticità e un’ ispirazione sincera, uno stato di umiltà di fronte alle infinite suggestioni offerte dal creato». Tra gli artisti che maggiormente contribuirono a definire le linee della scuola ricordiamo l’inglese, già citato, John Constable. La sua prima esposizione a Parigi è datata 1824, fu per molti il maestro della raffigurazione paesaggista dal vero.
Nella sue opere sono riportate scene rurali e campestri, non come contorno a soggetti precisi ma, come protagoniste assolute del dipinto. Divenne celebre per le sue nuvole che riproduceva con una precisione quasi scientifica. Si ispirò a lui un altro grande autore Millet che fu il primo a raffigurare nelle sue opere, personaggi di umile estrazione e divenne ben presto insieme a Rousseau e Corot uno dei massimi esponenti della Barbizon.
I barbisonniers alloggiavano nell’umile albergo di pére Ganne , questo gli permise di divenire tutt’uno con l’ambiente circostante, così da poterne conoscere ogni tipo di alterazione dovuta alla variazione di luce, il tipo di vegetazione e ogni particolare fornito dall’osservazione diretta dell’ambiente. Nel 1848 venne creata la "Riserva artistica della selva di Fontainebleau" voluta espressamente dai pittori , che aveva come obbiettivo quello di salvaguardare il paesaggio da eventuali disboscamenti.
Il vero come stile di vita
La ricerca del vero, il realismo ad ogni costo voluto dai barbisonniers era più che uno stile artistico, uno stile di vita. Era un messaggio di denuncia sociale, la volontà di riprodurre la realtà senza lustrini e accomodamenti. Con le loro opere, questi artisti, volevano colpire e denunciare la ricchezza della borghesia, smantellare l’ipocrisia delle divisioni sociali. Con il loro operato anti-sistemico, incontrarono, per lo più, diffidenza e giudizi superficiali, in realtà anticipavano largamente le più famose correnti postume, diciamo con sicurezza che del successo dei barbisonners godettero a posteriori impressionisti e avanguardisti.
I musei da visitare a Barbizon
Oggi Barbizon è un luogo turistico a tutti gli effetti, rimane museo a cielo aperto, incantevole ma con l’aggiunta di ristoranti, negozi, atelier e musei a portata di turista e viaggiatore.
I musei che vale la pena visitare sono la Casa-Atelier di Millet (Grand Rue numero 27), l’ex-albergo Ganne, oggi Museo Dipartimentale della Scuola di Barbizon, all’interno trovate il Museo Theodore Rousseau (Grand Rue 55) e il Museo Dipartimentale dell’Auberge Ganne (Grand Rue 92).