Georges Belondrade, chef della brasserie dal 2004, si impegna quotidianamente con talento e creatività a modificare costantemente il menù in base ai prodotti di stagione, ma preservando sempre la combinazione tra semplicità e delizia gastronomica.
Ogni pasto è un insieme di sapori in grado di soddisfare anche i palati più fini. Nel menù sono presenti ostriche, frutti di mare, foie gras d’anatra, ma anche dolci tradizionali e genuini come torte al cioccolato fuso o il gelato a latte di mandorla.
I prezzi, rinvenibili sul sito ufficiale della brasserie e disposti a seconda delle pietanze, sono un buon modo per decidere in anticipo cosa mangiare e che spesa preventivare.
Bonfinger è soprattutto atmosfera, una brasserie che vanta quasi 150 anni di storia. È stata la prima a servire birra alla spina a Parigi e rappresenta ancora un simbolo per molti alsaziani, i quali originariamente si rifugiarono nei quartieri intorno alla Bastiglia quando l’Alsazia fu annessa alla Prussia.
Lo stile dell’Alsazia e della Bella Epoque sono chiaramente vivi in questo posto, si percepiscono le ristate e il divertimento del passato, le influenze dell’Art Nouveau, la gioia per l’Alsazia liberata sebbene, è giusto sottolinearlo, regni molta sobrietà ed eleganza.
Nei primi anni del 1930 l’illustratore Hansi dipinse una stanza al primo piano e l’insegna blu che pende fuori all’ingresso e, a partire dal 1970, Bofinger è divenuta meta per le grandi personalità nate nel corso del ‘900. François Mitterrand, ad esempio, festeggiò lì, nel primo piano riservato interamente a lui, la rielezione alla Presidenza della Repubblica.
Da Gorbatchev a Georges Pompidou, da Woody Allen a Tim Burton, da Barbara Streisand a Jean-Paul Gaultier, tanti hanno respirato l’aria della tradizione francese e bevuto la birra che ancora oggi si serve alla spina.