L'offerta dei musei a Parigi è praticamente inesauribile. Oltre ai musei principali come il Louvre e il Museo d'Orsay, negli angoli più nascosti della capitale francese ci sono infatti anche moltissimi interessanti musei "poco conosciuti" o "minori" che meritano senz'altro una visita. Ecco una guida ai 5 musei poco conosciuti di Parigi assolutamente da non perdere.
Musée Nissim de Camondo
63, rue de Monceau - VIII arrondissement
Situato nel Parc Monceau, intervento urbanistico per case dell’alta borghesia immerse nel verde, fu in origine la casa di Moïse de Camondo, nato ad Istanbul nel 1870 ed arrivato a Parigi nell’infanzia. Nel 1914 fa radere al suolo la casa dei genitori e grazie all’architetto René Sergent ne fa una residenza in stile settecentesco, che a seguito della morte del figlio nella prima guerra mondiale come pilota, viene dedicata alla memoria di Nissim de Camondo, aprendo al pubblico la collezione privata di famiglia.
Innumerevoli le opere d’arte da ammirare, fra cui vi consigliamo le Appliques realizzate per il castello di Varsavia alla fine del settecento, di intenso sapore neoclassico, esempio di raffinatezza di esecuzione tecnica che solo la Francia al tempo sapeva garantire, le vedute veneziane di Francesco Guardi, l’argenteria del servizio Orloff, realizzato nel 1770 per l’imperatrice Caterina II di Russia e tanti altri capolavori della mobilia d’epoca e di tappezzerie d’autore.
Museo Jacquement-André
158, bd Haussmann
Costruito nella seconda metà dell’ottocento dall’architetto Henri Parent su commissione del ricco banchiere e deputato Edouard Andrè che insieme alla moglie pittrice Nélie Jacquemart raccolse negli anni un'invidiabile collezione privata di opere d’arte. Rappresenta uno degli hotel particulier più famosi e scenografici, un esempio mirabile di eclettismo, nell’abilità, tipica dell'arte decorativa dell’epoca, di far coesistere mobili, oggetti antichi e copie di stile. Erede di una delle più grandi fortune del Secondo Impero, Andrè viaggiò a lungo in ogni angolo d’Europa collezionando mobilia, dipinti, sculture e pezzi preziosi, tra cui le tele di prestigiosi artisti come Boucher, Chardin, Canaletto e Nattier.
Maestosa è la sala della musica, tipica del Secondo Impero, con le pareti ricoperte da tessuti di colore rosso e i mobili in legno scuro, nella quale era possibile far sparire le pareti laterali del grande salone vicino, tramite dei martinetti idraulici, per unire gli spazi destinati ai ricevimenti e dar vita a feste sontuose al ritmo della musica. Particolamente generoso l’assortimento di arte italiana rinascimentale, con opere di Carlo Crivelli, Botticelli, Mantegna, Francesco dal Cossa e Donatello (sì proprio lui).
Musèe Cognacq-Jay
8, rue Elzevir
Fondato nei primissimi anni del secolo scorso da Théodore-Ernest Cognacq e sua moglie Marie-Louise Jay, creatori dei famosi grandi magazzini “La Samaritaine” -oggi di proprietà del marchio del lusso LVMH- dopo numerosi spostamenti è attualmente ubicato nel Marais, disposto su 4 piani di un edificio nello stile Luigi XV e XVI.
Self-made man, Cognacq iniziò la sua folgorante avventura vendendo abiti sul Pont Neuf, e accrescendo la sua fiorente attività con l’apertura della sua prima boutique, in seguito La Samaritaine, erodendo sempre più clientela al rinomato rivale “Le Bon Marché”. La passione e l’interesse per l’arte, unita all’esigenza vitale di dimostrare la compiuta accettazione nella nuova borghesia dominante che aveva preso il posto dell’antica nobiltà parigina, portarono la coppia a realizzare una ragguardevole collezione di opere d’arte che vanta dipinti di Rembrandt, Degas, Corot, Cézanne, Tiepolo, De la Tour, sculture di Houdon, Saly e numerosa mobilia, gioielli e ceramica cinese.
Musée de l'Orangerie
Jardin des Tuileries - (Lato fiume Senna)
Il museo de L’Orangerie è una tappa obbligata per ogni amante dell’Impressionismo, perchè è proprio qui che si trova il ciclo delle “Nymphéas” di Claude Monet, e per le quali questa casa-museo è divenuta famosa in tutto il globo. Situato in una splendida “Orangerie” (un “giardino d’inverno” annesso ad una villa, tipico di climi freddi dove poter coltivare agrumi ed altre piante esotiche in condizioni simili alla serra) e ristrutturato nel 2006, il museo ospita la collezione privata del famoso mercante d’arte Paul Guillaume, nume tutelare di numerosi artisti dei primi anni del XX secolo come Picasso, Soutine, Derain e dello stesso Monet che donò le sue opere, nonchè sodale di Guillaume Apollinaire e Max Jacob. Sebbene le ninfee rappresentino il piatto forte dell’esposizione, L’Orangerie può vantare opere non meno ragguardevoli di Henri Rousseau, Matisse, Modigliani, Picasso e Sisley.
Museo Marmottan-Monet
2, rue Louis Boilly
Periodo fervido di iniziative culturali, di nobili caduti in rovina e borghesi rampanti, colti e intraprendenti, pronti per raccogliere il testimone della nobiltà in decadenza, la seconda metà dell’ottocento vide partecipare anche lo storico e collezionista d’arte Jules Marmottan che dapprima acquisì il padiglione dal terzo duca di Valmy, François Christophe Edmond Kellermann, quindi lo trasformò in dimora cittadina rigonfia di ogni quadro, scultura, disegno e stampa possibile.
Nella seconda metà degli anni sessanta, a seguito della morte del secondogenito di Monet, gran parte dei dipinti del padre passò alla collezione Marmottan, rendendola di fatto la collezione di Monet più corposa al mondo, e proiettandolo nell’olimpo delle esposizione impressioniste più prestigiose in Europa.
Casa-museo custode della conservazione dell’atmosfera e della cultura dell’epoca, il museo Marmottan è stata sede anche di esposizioni particolarmente originali, e non fa eccezione la mostra tenutasi fino al 5 Luglio 2015 “La toilette, naissance de l’intime”. L'interessante percorso interculturale sulla nascita del concetto di “intimità” e di “intimo” nella cultura occidentale, probabilmente unica mostra al mondo dedicata al tema della toilette, dei riti di pulizia, dei loro spazi e gesti, in un paese che ha visto la lunga trasformazione, a partire dal Re Sole Luigi XIV (e tutta la nobiltà del tempo) che espletava i propri bisogni in pubblico perchè ogni aspetto della vita pubblica del re incarnazione dello stato doveva essere alla luce del sole, fino all’ imbarazzo pudico della privacy moderna.
Conoscete altri Musei poco conosciuti di Parigi?
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